“Stonewallsforlife” diventà realtà: finanziamento UE di 2 milioni di euro per la realizzazione del progetto

Il progetto presentato dal Parco Nazionale Cinque Terre, capofila della proposta, insieme alla Fondazione Manarola Cinque Terre e ad altri partner, ha ottenuto il finanziamento dell’Unione Europea (pari al 55% del totale) nell’ambito del Programma Life – misura “climate change adaptation” (adattamento al cambiamento climatico).

Manarola – 31 maggio 2019 – Questa mattina nella sede del Parco Nazionale Cinque Terre si è svolta la conferenza stampa per annunciare pubblicamente la valutazione positiva del progetto, presentato dall’Ente Parco in collaborazione con Fondazione Manarola e altri partner (Università di Genova, Provincia di Barcelona, ITRB Group e Legambiente)*, nell’ambito del Programma LIFE “climate change adaptation”, strumento dell’Unione Europea per finanziare progetti con l’obiettivo di tutelare e salvaguardare l’ambiente e il clima.

Presenti alla conferenza i Sindaci dei Comuni delle Cinque Terre, Il Direttore del Parco Nazionale, Patrizio Scarpellini; il Presidente della Fondazione Manarola, Fabrizio Capellini; il Presidente di Legambiente Liguria, Santo Grammatico e il Professore Marco Firpo del Distav – Università di Genova.

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Il progetto ha una durata complessiva di 5 anni e prevede il recupero e il successivo mantenimento di circa 6 ettari di terrazzamenti con muri a secco, individuati sopra l’abitato di Manarola (Anfiteatro dei Giganti), in modo da migliorare la capacità di resistenza del territorio ai fenomeni meteorologici resi più estremi dal cambiamento climatico. Inoltre il loro mantenimento sarà garantito nel lungo periodo, affidando i terreni recuperati ad agricoltori locali, tramite contratti di locazione, che li utilizzeranno a fini agricoli.

La qualità del paternariato che l’Ente Parco è riuscito a mettere insieme in pochi mesi (dalle fine di Maggio 2018 a Settembre dello stesso anno) ha contribuito al conseguimento del finanziamento . “Non va assolutamente trascurata la forza del progetto, – afferma il Professor Firpo dell’Università di Genova – ovvero la sua replicabilità in contesti simili e/o limitrofi. Inoltre per la prima volta, verranno utilizzati strumenti all’avanguardia (come i sensori in grado di misurare la quantità di acqua presente nel terreno prevedendo così possibili crolli o cedimenti, ndr.)”. “Non posso non ringraziare e citare il Geologo Emanuele Raso che si è occupato della realizzazione e scrittura del progetto scientifico” – conclude.

La comunicazione e la diffusione del progetto è affidata all’Associazione Legambiente, attraverso incontri, workshop e social media. “Nel caso specifico di questo progetto – afferma il Presidente Legambiente Liguria Santo Grammatico –  la parola tradizione non rimanda ad un’immagine conservativa, ma va scomposta in due parti “tradurre” e “azione”, in quanto l’obiettivo è quello di proseguire nell’opera di manutenzione di un Patrimonio riconosciuto dell’Unesco con azioni concrete e durature”.

La Fondazione Manarola ha svolto un importante e dettagliato lavoro preparatorio, iniziando, già nel 2014, a invertire la tendenza dell’abbandono, ritornando a “lavorare i campi”.

Il disegno di recupero del territorio può diventare concreto solo con la stretta collaborazione tra pubblico e privato, come testimonia la riuscita di questa proposta” – afferma Fabrizio Capellini, Presidente Fondazione Manarola – Tutto è iniziato osservando una fotografia aerea di Manarola del 1982 che raffigurava un territorio completamente terrazzato e curato. Da lì è partita l’idea di impegnarsi in prima persona, con investimento di beni e monetario, che ha dato origine alla Fondazione di Partecipazione. Oggi questo ambizioso progetto diventa ancora più concreto, così come la possibilità di allargare l’area di intervento da Fondazione Manarola a Fondazione Cinque Terre, come indicato nello statuto dell’Associazione”, conclude.

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Una delle condizioni che hanno conferito un alto punteggio al progetto è inoltre la sua replicabilità, come già detto, in territori limitrofi e con caratteristiche simili. Infatti sono già state individuate le aree di intervento anche nei Comuni di Monterosso (Valle del Morione) e Vernazza (terreni situati nella sponda destra del torrente Vernazza); ma anche all’estero, come nel Parc del Garraf (Provincia di Barcellona).

Il progetto comprende anche un importante aspetto sociale: la formazione di manodopera specializzata nella posa e nel mantenimento dei muri a secco, attraverso corsi didattici “sul campo”, per far sì che questa conoscenza venga preservata e tramandata.

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Il progetto in sintesi  

DURATA:

La durata del progetto è stimata in 5 anni, per un totale di circa 2 milioni di euro (contributo UE pari al 55% del totale). L’inizio del progetto è previsto per Luglio 2019 e la conclusione fissata per Luglio 2024.

BUDGET:

  • L’importo complessivo del progetto è di 3.715.000 euro
  • Il programma LIFE rimborserà il 55% dei costi ammissibili del progetto attraverso un contributo UE complessivo di circa 2.039.000 euro;
  • La parte rimanente dovrà essere sostenuta dai membri del consorzio attraverso contributi economici o impegno di personale.
  • Il contributo finanziario richiesto all’Ente Parco è pari a circa 970.000 euro.

I RISULTATI PREVISTI:

  • Saranno recuperati 6 ettari di terrazzamenti e 4.000 metri quadrati di muri a secco per migliorare la produzione agricola e per preservare un territorio unico.
  • Un totale di 9,7 ettari saranno recuperati e mantenuti, incrementando la capacità di resistenza ad alluvioni (5 ettari è l’aria di intervento più l’area del paese sottostante, garantendo una maggiore sicurezza dei 353 abitanti e i 5.000 visitatori giornalieri.
  • Per migliorare l’integrazione nella società delle persone provenienti da altri paesi, 40 tra migranti e persone in condizioni svantaggiate parteciperanno a un corso di formazione sulle tecniche di costruzione dei muri a secco, in modo da trovare, successivamente, un impiego sul territorio.
  • Il progetto creerà 12 nuovi posti di lavoro nella fase iniziale e 55 posti fissi successivamente e, indirettamente molti altri, in quanto l’economia locale dipende interamente dalla salvaguardia del territorio.

 *I PARTNER:

  • PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE: responsabile generale della gestione tecnica e finanziaria del progetto.
  • FONDAZIONE MANAROLA: ha già svolto una parte propedeutica al progetto, e sarà direttamente coinvolta nelle attività di mobilitazione sul territorio
  • ITRB GROUP: mette a disposizione del progetto la sua esperienza nella redazione di proposte a programmi UE
  • UNIVERSITÀ DI GENOVA: il partner scientifico del progetto garantirà il monitoraggio delle varie azioni e la raccolta dei dati necessari alla comprensione delle dinamiche dei muri a secco.
  • LEGAMBIENTE: contribuirà all’analisi della replicabilità dell’approccio del progetto in altre località delle Cinque Terre
  • DIPUTACIO’ BARCELONA: il partner internazionale che ha un ruolo chiave nella replicabilità del progetto in altre aree dell’Unione Europea con condizioni simili.

 

Il progetto in sintesi  

 

DURATA DEL PROGETTO:

L’inizio del progetto è previsto per Luglio 2019 e la conclusione fissata per Luglio 2024.

 

BUDGET:

L’importo complessivo del progetto è di 3.715.000 euro ed Il programma LIFE rimborserà il 55% dei costi ammissibili del progetto attraverso un contributo UE complessivo di circa 2.039.000 euro;

la parte rimanente dovrà essere sostenuta dai membri del consorzio attraverso contributi economici o impegno di personale. Il contributo finanziario richiesto all’Ente Parco è pari a circa 970.000 euro.

La durata del progetto è stimata in 5 anni, per un totale di circa 2 milioni di euro (contributo UE pari al 55% del totale).